venerdì 28 settembre 2007

04 La direttrice

Quando all'inizio della scuola ho chiesto a Giorgio come funzionava l'istituto dove insegnavamo la sua risposta fu semplice e concreta.
“Il preside non conta nulla,c'è solo per rappresentanza,chi comanda è la sua vice quella che chiamiamo la direttrice”
“Ah e che tipo è ?” - la cosa mi intriga.
”Una vera stronza esibizionista. Si diverte a far arrapare tutti per poi lasciarli con la bocca asciutta. L'unico che ha allungato una mano è stato licenziato il giorno dopo.”
”Ma perlomeno è bella ?” - gli ho domandato sempre più curioso
“Certo ha 40anni ma se li porta benissimo solo che è più facile arrivare ad una topmodel che a lei.”
A novembre ebbi un piccolo infortunio a scuola,in realtà dovuto al fatto che stavo fissando dall'alto due splendide tette,solo che non feci richiesta d'infortunio,ma mi presi solo qualche giorno di mutua giusto per far sgonfiare la caviglia.
Al mio rientro mi chiama la direttrice che mi ringrazia per aver evitato di mettermi sotto infortunio,che era sempre una scocciatura per la scuola,e che è molto soddisfatta del mio lavoro fino a quel punto. All'improvviso mi chiede con tono formale.
“Cosa fa domani sera ?”
“Nulla in particolare ho l'agenda vuota” - in realtà non ho proprio un'agenda.
“Allora la invito a cena mi passi a prendere alle otto,si faccia dare l'indirizzo dalla mia segretaria.”
Io rimango spiazzato,accetto balbettando un grazie che sembrava uscito da un film di Fantozzi e comincio a pensare che cosa vuole realmente da me. Non avevo il coraggio di chiedere consiglio a Giorgio che era il mio unico amico nel corpo docenti e così rimango un po' in angoscia fino all'indomani sera.
Puntualissimo le suono al campanello.
-”Buonasera sono..”
“Lo so chi è salga pure terzo piano interno 7.”
Ma come non dovevamo andare fuori ?
Che caspita di uscita era.
Comunque salgo e le porgo un mazzo di fiori comprato sotto casa.
”Molto gentile da parte sua non doveva,ho pensato che era meglio farsi portare qualcosa in casa che uscire visto che promette pioggia” - è come al solito fredda come un iceberg.
“Ha fatto bene.” –le rispondo anche se mi chiedo dove vedeva le nuvole quella sera visto che c'è un bellissimo cielo stellato.
“Allora prima alcuni punti da chiarire,qui non siamo a scuola si ci dà del tu e si usano i nomi,il mio come saprai è Alina. Inoltre è vietato parlare di studenti,insegnanti e programmi.”
Bene già pensavo all'incubo di una serata troppo formale parlando dei problemi del latino o della matematica.
Sorridendo mi accompagna alla tavola dove iniziamo a mangiare delle cose per me di gusto nuovo,ma piacevole. Solo che in quella casa fa caldo,molto caldo,quasi innaturale e con la mia giacca da mezza stagione mi sembra stare in un bagno turco col loden.
A fine cena mi fa accomodare in salotto per il caffè.
Ormai non posso più nascondere il fatto che stavo quasi sudando.
“Non trovi che faccia caldo in questa casa” – le chiedo il più gentilmente possibile.
“Hai ragione ma il tecnico che deve aggiustare l'impianto non viene mai,comunque se hai caldo togliti la giacca,anzi sai che ti dico che sento caldo anch'io e vado a mettermi qualcosa di più leggero.”
Lei usce dalla stanza mentre mi tolgo la giacca con grande sollievo e inizio a girare per la sala in attesa che torni.
Quando ritorna il suo ingresso con la nuova mise resto di stucco.
Si è messa una guipere con slip di pizzo e calze con la riga con sopra una vestaglietta trasparente il tutto nero. Aveva ragione Giorgio quando diceva che i suoi anni se li porta benissimo,è più arrapante di una mia allieva in minigonna.
Da imbranato o da estasiato non so neppure io,casco sulla poltrona non sapendo che fare.
Lei si avvicina a me portandosi a pochi centimetri e mi dice sarcastica:
“Vedi una bella donna e ti siedi,non è che sei gay ?”
Allungo la testa verso i suoi slip e comincio a baciarli,leccarli,toccarli.
Poi mi alzo e le passo una mano dietro la testa per spingere la sua bocca contro la mia.
E' un bacio lungo e sensuale mentre con l'altra mano le accarezzo la schiena.
“Andiamo in camera da letto saremo più comodi.”
La seguo senza staccare un attimo gli occhi dal suo posteriore,così sodo e messo in risalto da quegli slip sgambati.
Arrivati in camera comincio a slacciarle il bustino e a sganciarle le calze,poi la sdraio dolcemente sul letto.
Ha due tette bellissime che non dicano altro che prendimi in bocca.
Mi metto al suo fianco e riprendo a baciarla sulle labbra,poi inizio lentamente a scendere sul collo e sulle spalle. Quando arrivo ai suoi seni prendo a leccarle i capezzoli con la punta della lingua mentre le mani le accarezzano le mammelle.
Lei gode e geme,si vede che è tanto tempo che non si fa una bella scopata ed io sono intenzionato a saldare gli arretrati.
Continuo a far scendere la lingua fino all'ombelico,che si prende anche lui la sua parte di baci e leccate per poi arrivare agli slip,che le sfilo tirandoli per la bocca.
Ora è li con solo le calze e le gambe semichiuse,non parla,non ce n'è neanche bisogno.
Le apro le cosce e inizia a baciarle la fica ormai bagnata,le lecco l'interno delle cosce e le grandi labbra,gioco con la lingua col suo clitoride duro che sembra un piccolo pene in erezione.
Lei mi mette le mani tra i capelli,quasi volesse sentire ancora di più il mio corpo continuando a mugolare a bassa voce,quasi si vergogni di godere.
Prendo allora un dito e lo faccio scivolare piani piano in quella fessura,ormai allagata dai suoi umori e dalla mia saliva. Alina inarca la schiena presa dall'orgasmo e si piega ancora di più quando al primo dito si unisce un secondo.
Ormai ha un orgasmo dopo l'altro e qualunque cosa faccia non può che aumentare il suo godimento.
“Ora spogliati non resisto più ai tuoi giochetti.” - è tornata autoritaria,ma non mi dispiace per niente.
“Con vero piacere.” - sorrido con tutti i denti mentre la guardo vogliosa.
Mi spoglio il più rapidamente possibile rimanendo solo coi boxer.
“Questi però li togli tu.”
Lei si avvicina con uno strano fare,come se non abbia capito,e appena mi liberò il pene che era già in erezione esclama:
“Ma ce l'hai grande !”
Io ci rimango male per lei,era mai possibile che a 40anni non avesse mai visto un uccello di più di 20centimetri ?
Dopo un attimo d'imbarazzo lo prende con una mano e comincia ad accarezzarlo,ma senza passione come se mi erano dovute due coccole,poi si risdraia sul letto e mi dice:
“Mettimelo dentro,ma fai piano ti prego e non venirmi dentro”
Sembra che abbia organizzato tutto nei minimi particolari,quasi fosse un copione già vissuto.
A questo punto l'assecondo mi sdraio sopra di lei e comincio a penetrarla lentamente,anche se lei non fa alcun rumore particolare,ma sembra che subisse quella scopata.
Quella è forse una delle peggiori chiavate della mia vita,mi sembra quasi di essere con una puttana che apre le cosce a pagamento e non vede l'ora che finisci per liberarsi di te.
Nonostante la sua non partecipazione alla fine arrivo all'orgasmo venendole sulla pancia.
Appena ripresi prende due salviette e me ne dà una per pulirmi mentre usa l'altra su se stessa.
“Bene abbiamo finito” – parla come se si fosse concluso un consigli d'istituto – “ora puoi anche andartene”
“Come tutto qui ?” - le rispondo sorpreso.
“Non vorrai mica continuare con quel coso grossa mi hai infiammata tutta e poi cosa vorresti ancora fare ?”
“Ma tu fai sempre così ?”
“Si perché che c'è di male” - non le avessi chiesto chissà che cosa.
“E provi piacere ?” - ormai la incalzo voglio scoprire il perché di quel modo di fare.
“Più che altro mi tolgo la voglia”
“E di fare del sano sesso non hai pensato ?”
“Io non faccio cose da prostituta come rapporti orali o ancora peggio anali,sono pur sempre una signora di una certa classe,già stasera sono uscita un po' fuori dai canoni con la lingerie,ma non chiedermi di più.” - lo dice come se stesse recitando una parte,ma non mi sembra del tutto convinta.
“E non vuoi proprio provare ? “– le chiedo riavvicinandomi a lei e baciandola dolcemente.
“Vuoi che faccia un'eccezione per te ?” - si sta togliendo la maschera della signora per bene.
“Basta che questa volta ti lasci andare o perlomeno provaci.”
Ora siamo uno di fronte all'altro,io metto il mio pene in mezzo alle sue cosce per fargli sentire come cresce man mano che mi eccito e mentre continuo a baciarla le accarezzo la schiena fino al culo. Visto che lei rimane passiva la faccio scivolare sulla pancia e comincio a leccarle la schiena scendendo lentamente fino ad arrivare al suo sedere.
“Cosa vuoi fare ti ho detto che non mi piacciono quelle cose.” - lo dice,ma non mi convince
“Non penserai che farsi baciare il culo sia da puttana ?”
“No però...”
“E allora rilassati.”
Prendo a baciarle le natiche per poi passare al loro interno e fermarmi al suo buchetto vergine.
Inizio a baciarlo,leccarlo,farci entrare la mia lingua e finalmente Alina ha un fremito vero.
Le metto due cuscini sotto la pancia per stare più comodo e riprendo il mio lavoro.
I suoi gemiti ora salgono di volume e intensità fino ad esplodere quando le metto dentro una piccola parte del mio dito.
“Non farlo ti prego non voglio.” - è l'ultima frase di circostanza,ma ormai ha mollato.
“Ma stai godendo,hai la fica fradicia.”
“Non voglio.....ah siii.”
Non me ne frega di quello che dice,la sento godere e non avrai certo smesso a quel punto.
Continuo a farle scivolare il dito dentro il culo e con l'altra mano le accarezzo la fica mai così bagnata. Alla fine il dito entra del tutto.
“Vedi che ti piace.”
“Si è bellissimo.”
“E deve ancora venire il meglio,stai tranquilla e lasciami fare.”
Mi alzo sulle ginocchia e la chiavo in quella vagina ormai lubrificata. Il cazzo scivola senza problemi fino in fondo con pochi colpi. Alina ora gode facendomi sentire tutto il suo piacere.
Quando ha il suo primo orgasmo tiro fuori il cazzo e le sputo sul buco del culo poi punto la cappella verso quello che ormai era l'oggetto del mio desiderio.
“No lì no mi farà solo male.”
“All'inizio ti brucerà,ma poi godrai come non mai.”
La cappella entra senza problemi bagnata com'era ma far entrare il resto è una cosa lunga anche se piacevole. Ogni volta che spingo entro lei mi prega di smettere anche se non si sposta di un millimetro da quella posizione,io continuo a insalivare sia il buco che il cazzo e alla fine la sodomizzo con tutta la verga.
“Sento il fuoco dentro.”
“Ma ti piace confessalo.” - la sento godere e voglio che lo dica.
“Si mi piace,ma fai piano brucia troppo.”
Ormai il piacere ha vinto sul dolore,ma soprattutto sui pregiudizi da benpensante.
Prendo a stantuffarla piano,anche se ogni volta che entro dentro lei geme sempre più forte.
Non è un rapporto lungo,ma intenso. Il fatto che era stretto in quella maniera accelera il mio orgasmo e non riesco a trattenermi dallo sborrarle nel culo.
“Prendilo tutto cara direttrice.”
“Si continua sto arrivando.”
“Anch'io ora ti riempio di sborra.”
“Siiii.”
“Godooo.”
Mi accascio su di lei esausto per quel rapporto poi visto che le peso scivolo al suo fianco.
“Sei un maiale,mi hai sfondato il culo.” - fa la parte dell'ex verginella,ma non gli si addice più.
“Si ma tu hai goduto forse per la prima volta.”
“E' vero mi è piaciuto,ma non mi sento una puttana per questo.”
“Quello che hai fatto non è da troia è normale per una donna. Sei tu che sei piena di preconcetti stupidi e non ti lasci andare a quella che è la tua vera natura.”
-E adesso che cosa vuoi fare ?” - non è una domanda,ma un invito ad andare avanti.
-Continuare è ovvio.”
Torno sul suo culo e raccolgo con la lingua quel misto di sperma e umori che si è formato per portaglielo alla bocca. Lei apre le labbra e lo gusta appieno ormai libera da falsi pudori.
Continuo con quel lavoro finché non ha l'ano asciutto poi le porgo il cazzo per farglielo pulire.
“Tira fuori la lingua e leccalo.”
“Ma io non l'ho mai fatto.”
“C'è sempre una prima volta.”
Timidamente tira fuori la lingua e comincia a leccarmi l'asta ripulendola di ogni traccia. Poi presa dalla foga prende in bocca la cappella e inizia il suo primo pompino. Anche se è inesperta si dà da fare,non lo prende tutto in bocca ma riesce a sopperire con le mani e in breve tempo il cazzo torna in piena erezione.
“Ora mia cara mettiti sopra e scopati un po' da sola.”
“Vuoi davvero che lo faccia ?”
“Certo non hai voglia di condurre tu il gioco ?”
Goffamente mi sale sopra,si punta il cazzo sotto la fica e comincia a farselo entrare dentro.
Solo che dove avere la passera in fiamme,perché lo fa molto lentamente nonostante il mio bastone sia discretamente bagnato. Comunque alla fine riesce ad entrare tutto e comincia a cavalcarmi con fare sempre più audace.
“Si mi piace,mi brucia,ma mi piace.” - ha ricominciato a sentire il piacere e parla tra un sospiro e l'altro.
“Vedi che sei capace a fare qualsiasi cosa.”
“Non avevo mai incontrato uno come te che mi facesse sentire donna.”
“Ora girati voglio vederti il culo.” - le ordini per vedere se è completamente padrona di se.
Senza dire nulla si gira su se stessa dandomi le spalle e continua a chiavarmi.
Mi bagno un dito e glielo metto dentro il culo ormai aperto.
“Sei porco,vuoi anche questo ?”
“Certo,tanto ti piace,ormai non lo puoi negare.”
“Allora sfondami tutta,fammi sentire troia fino in fondo.”
La alzai tanto da farlo uscire fuori e lo punto sull'ano.
Lei capisce quello che voglio e senza fiatare comincia a prenderlo dietro.
Lubrificato com'è non ci mette molto a farlo sparire dentro le sue belle chiappe,una volta preso tutto comincia a masturbarsi e a fottersi il culo.
“Sei diventata proprio una porca,fai tutto da sola.”
“Godo come non mai,non venire ti prego,fammelo sentire tutto.”
“Scopati allora e fammi godere.”
Andiamo avanti per un bel pezzo poi le vengo di nuovo dentro.
Lei allora mi mette il culo in faccia e comincia a leccarmi il cazzo sporco di sperma.
Quando finiamo di pulirci a vicenda si alza,è stravolta ma felice.
“Ora però basta sul serio” - è seria,ma soprattutto sfinita - “ non ce la faccio più,sono tutta un bruciore.”
“Certo per stasera basta sono stanco anch'io” – le rispondo mentendo spudoratamente.
Torniamo in salotto per bere qualcosa poi mi rivesto pronto per andarmene.
“Non è che domani ti vanti con tutta la scuola ?” - mi chiede preoccupata,ora si rende conto che potrei sputtanarla.
“Stai tranquilla stasera abbiamo solo cenato e parlato di scuola.” - le rispondo con il classico sorriso da bravo ragazzo.
Mi da un lungo bacio e me ne esco felice,sapendo che certamente ci sarebbero stati altri inviti a cena in quella casa.

A presto una nuova storia
“La professoressa Santarelli”

1 commento:

Anonimo ha detto...

good start